Abbiamo letto il libro di Edoardo Nesi vincitore del Premio Strega, ‘Storie della mia gente‘ e ci è piaciuto parecchio.
“Immaginate un prodotto che per trent’anni non ha bisogno di essere cambiato. Immaginate un’azienda che fabbrica solo quel prodotto e, se soffre di un problema, è quello di non riuscire a produrne abbastanza per soddisfare un mercato così ampio e vitale da rendere trascurabile l’impatto della concorrenza. Immaginate di poter rimettere gli orologi sulla puntualità con cui le fatture venivano pagate a dieci giorni, nessuna contestazione, nessuna trattenuta per reclami ingiustificati, nessun fallimento, con assegni che ogni mattina arrivavano per posta dentro letterine quadrate color pastello.”
Immaginatelo con uno spasmo di malinconia e seguite Edoardo Nesi nel suo viaggio dentro la sofferenza “da globalizzazione”, quello tzunami che si abbatte rovinosamente sul mondo ottimista della piccola imprenditoria, ma che coinvolge nel ciclone anche gli straniati cinesi approdati silentemente a Prato, come in tutta Italia, e non esclude l’evocazione onirica ma molto realistica di un conflitto di etnie.
Un libro che è un regalo alla “sua gente” e a chi ha creduto nel lavoro, gente che non sa bene “dove stiamo andando, ma di certo non siamo fermi”..
Chissà che davvero, come Nesi fa dire ad un suo personaggio, “alla fine, in qualche modo, l’economia soccomberà a un atto dell’immaginazione”.
L’anno nero della Cassa Integrazione
Posted in Commenti, tagged Lavoro, Pubblicato da Sergio, Servizi per il lavoro on 7 febbraio 2011| Leave a Comment »
La fonte è l’Osservatorio CIG della CGIL. CIG sta per cassaintegrazione, una forma di assistenza per chi rimane a casa dal posto di lavoro, che garantisce l’80% dello stipendio. E’ una formula tutta italiana che consente di tamponare le crisi, come quella drammatica che stiamo vivendo. I dati lasciano senza parole: nel 2007 prima della crisi le ore di CIG utilizzate nel nostro paese sono state 183 milioni. Nel 2010 un miliardo in più, esattamente 1.203.638.249 che hanno coinvolto più di mezzo milione di persone.
A queste bisogna aggiungere anche chi non ha la copertura economica della CIG, ovvero più di 2 milioni di persone. E a voler guardare bene nelle pieghe del mercato del lavoro ci sono anche le persone che rinunciano a cercare un lavoro, i cosiddetti “scoraggiati”.
Chi lavora nei servizi per l’impiego sa bene cos’è il fenomeno dello scoraggiamento e noi di SLO ne abbiamo parlato qui per chiarire che riguarda non solo operai e impiegati ma anche i dirigenti.
Quello che colpisce è l’indifferenza che sembra regnare nelle politiche del lavoro. Gli articoli dei giornali che parlano di questi terribili numeri sollevano clamore per qualche giorno e poi basta. Riprenderemo a parlarne in occasione di qualche fatto clamoroso: la chiusura di qualche fabbrica di una certa importanza, la salita sui tetti da parte degli operai disperati.
Manca però la voglia di ripensare alle politiche del lavoro, insomma si fa fatica a valutare la loro efficacia. Vorrei segnalare l’articolo di Concetto Maugeri che per anni ha gestito in Regione Piemonte le politiche del lavoro e ha dato un contributo sul tema valutazione. Uno dei pochi, contributi sul tema. Davvero troppo pochi.
Forse il 2011 è l’anno in cui rilanciare il tema a partire dall’efficienza dei servizi per l’impiego, dalla capacità delle organizzazioni che si occupano di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, si occupano di orientamento, di formazione. Il problema è fornire risposte efficaci a quel mezzo milione di persone in CIG, a quei 2 milioni in cerca di lavoro a quegli scoraggiati che corrono il rischio di rimanere invisibili. E’ necessario uno scossone, tutti dobbiamo sentirci coinvolti.
Noi di SLO ci impegniamo a ritornare sul tema, ci piacerebbe trovarci in compagnia di tanti operatori, colleghi professionisti, fondazioni, associazioni sindacali e imprenditoriali.
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