In queste settimane si stanno tenendo in varie città lombarde (Bergamo, Milano, Brescia) i workshop che presentano gli esiti di azioni di sistema che la Regione ha avviato per fare il punto sugli inserimenti delle persone disabili nel mercato del lavoro.
L’azione di sistema che ha visto coinvolta SLO ha approfondito le modalità di gestione dei processi di erogazione dei servizi per l’utenza disabile da parte di dieci enti accreditati: le organizzazioni prese in considerazione sono quelle che hanno ricevuto i punteggi più elevati nel sistema di ranking regionale.
Che cosa esce dall’intervento di valutazione delle modalità di inserimento utilizzate dalle agenzie accreditate?
Un punto di forza incredibile: una mission molto chiara e un forte orientamento ai bisogni dell’utenza. Gli operatori spesso si fanno carico dell’utente anche se non è prevista una copertura finanziaria delle proprie attività. I servizi hanno caratteristiche innovative, il territorio riconosce il ruolo degli operatori e degli enti accreditati.
E i punti di debolezza? In molte organizzazione fra le dieci più avanzate del sistema di formazione professionale e dei servizi per il lavoro, sono carenti gli aspetti organizzativi, le attenzioni alle modalità di gestione, controllo e monitoraggio dei processi: gli organigrammi non sono strumenti di strutturazione e definizione dei ruoli, la formazione non ha una programmazione…
Insomma il quadro che emerge presenta alcuni aspetti su cui sarebbe utile intervenire per favorire il consolidamento organizzativo. Non si può delegare a bravi operatori e alla loro buona volontà la gestione e il consolidamento dei processi organizzativi. Lo sforzo deve riguardare gli enti che erogano i servizi e i soggetti che fanno le politiche e gestiscono la governance del sistema.
Il fortissimo cambiamento introdotto dal sistema dote disabili sperimentato da poco più di un anno ed il monitoraggio sviluppato dalle azioni di sistema hanno evidenziato la necessità di dar vita ad interventi finalizzati a supportare lo sviluppo organizzativo degli enti accreditati, quindi l’individuazione di ruoli definiti, di processi per l’erogazione dei servizi e la gestione delle reti con altri enti, lo sviluppo sistematico nel tempo delle competenze presenti nei gruppi di lavoro.
Emerge una scommessa per il futuro dei servizi che si occupano di disabili e per gli attori, Regione e Province, chiamati a gestire la complessa partita dell’inserimento lavorativo in una situazione di restrizione delle risorse in cui il sistema di welfare deve essere riorganizzato.
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