Venerdi scorso nella splendida cornice di Bergamo che ospitava il 43° Congresso Nazionale di AIDP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) sul tema “ Persone risorse della terra” è stato invitato a partecipare il Direttore della Casa di Reclusione di Milano-Opera, Giacinto Siciliano.
Di fronte ad un uditorio di 500 direttori HR, manager e consulenti, ha raccontato la sua esperienza di “manager pubblico” che tradotto significa come esercitare un ruolo di governo di una organizzazione complessa senza avere obiettivi programmati, senza sistemi di valutazione delle performance, senza leve economiche per motivare le persone, con scarsissimi budget per la formazione.
Nel suo racconto ha spiegato le sue strategie per motivare, innovare e gestire le persone in una situazione di risorse scarse e ne è emersa la sua visione e concezione di leadership.
La standing ovation finale è stata emozionante come le riflessioni e le suggestioni proposte.
Dai commenti raccolti emerge l’esigenza di modelli di leadership “etici” che sappiano coniugare l’azione con la riflessione, l’attenzione ai risultati ed ai collaboratori, che trasmettano l’identità e la motivazione attraverso il “fare” più che il “dire”.
I cambiamenti degli ultimi anni obbligano chi ha responsabilità dentro le organizzazioni a trovare nuovi approcci e modalità per tenere insieme persone, progetti ed obiettivi con le risorse che si hanno a disposizione che sono sempre più esigue.
La nostra esperienza di collaborazione con il carcere attraverso l’iniziativa “l’aula più stretta del mondo” ci ha permesso di vedere quanto sia proficuo e generatore di energie l’incontro ed il racconto fra il pubblico ed il privato.
La contaminazione fra ambienti, organizzazioni e culture lontane permette almeno per un attimo di vedere la propria realtà con occhi diversi e di cogliere suggerimenti che ci possono aiutare nell’assunzione del proprio ruolo e nella definizione delle politiche di sviluppo del personale.
Maurizio Bertoli
La formazione è una fabbrica di disoccupati?
Posted in Commenti, tagged Formazione, Formazione professionale, Pubblicato da Sergio on 24 agosto 2010| 1 Comment »
Questo il titolo di due pagine di Repubblica del 20 agosto a proposito di formazione professionale e finanziata con fondi pubblici destinata a disoccupati, giovani alla prima esperienza lavorativa, apprendisti, lavoratori a rischio di esclusione. Insomma quasi 20 miliardi di euro. La lista delle magagne è (purtroppo) lunga e documentata. Quella degli esiti positivi è (purtroppo) molto essenziale.
Questo l’impietoso quadro fornito dal quotidiano. E noi che operiamo da lungo tempo nel settore cosa diciamo sull’argomento?
Intanto la cosa più semplice del mondo: si vede che nel nostro paese si fa tanta formazione (finalmente) ma poca, anzi pochissima valutazione. Forse è venuto anche nel nostro paese il momento di pensare attentamente a valutare l’efficacia degli investimenti.
Poche e sentite parole a chi, negli enti locali si occupa di governance e di politiche della formazione: forse sta arrivando il momento di prestare più attenzione ai processi e un pò meno alle logiche adempitive. Quindi più attenzione a finalità, coerenze obiettivi/contenuti/numero di partecipanti, esiti lavorativi, capacità di integrazione formazione/servizi per il lavoro. E magari più capacità di lettura critica dei processi.
Chi ci guadagnerebbe? Un pò tutti. Chi utilizza la formazione, chi la finanzia, le imprese. Insomma il sistema paese.
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