Università di Novara, si parla di disabilità e azienda in una cornice assolutamente insolita: dipartimento di Economia e non i più consolidati e tradizionali dipartimenti di psicologia o giurisprudenza. E poi una valanga di giovani. Clima di grandissima attenzione, silenzio attento che accompagna molti interventi come quello del Direttore Generale dell’Università del Piemonte Orientale che spiega come l’università sia fra le poche ad aver utilizzato i magri fondi del Ministero dell’istruzione per sviluppare servizi di accoglienza e di orientamento rivolti agli studenti con disturbi dell’apprendimento. E da questa attenzione del Dipartimento esce l’idea di un convegno che approfondisca il tema della disabilità in azienda.
Attenzione e fragorosi applausi per Davide Maggi – docente di Business Ethics – che spiega come nell’epoca moderna la visione economica fosse incapace di considerare i bisogni dei singoli. Una visione residuale ancora molto presente che preclude la capacità di molti attori di cogliere i bisogni di persone con disabilità e aziende nella complessa partita dell’inserimento lavorativo. Nella visione postmoderna l’organizzazione è invece un luogo in cui le persone crescono e hanno un ruolo centrale.
Stefania Ferrarotti della Regione Piemonte presenta alcuni dati sul mercato del lavoro legato alla disabilità: quasi 28.000 posizioni disponibili da parte di aziende inadempienti, poco più di 3.000 inserimenti di persone con disabilità nel 2018 di cui meno di 1.000 favoriti dagli interventi regionali. Inoltre evidenzia gli interventi di riordino che sono stati fatti per quanto riguarda la cosiddetta convenzione art. 11 e la convenzione art. 14 che si riferisce ad una norma regionale approvata nell’estate di quest’anno.
Marco Magaraggia di Altea Federation che ha promosso il convegno, spiega dell’importanza del dialogo costruttivo fra aziende e pubblica amministrazione, approccio che può compensare la scarsa informazione sui servizi esistenti e compensare le criticità legate all’inserimento delle persone con disabilità in azienda. Ragiona sull’utilità di una forma di rating specificamente legato alla disabilità: potrebbe favorire atteggiamenti virtuosi superando il concetto di adempimento.
Francesca Oliva presenta l’Inclusive Job Design, metodo olandese che consente lo studio delle postazioni di lavoro in cui inserire le persone con disabilità, partendo dai processi. Argomento che coglie l’interesse di Roberto Candiotto docente di organizzazione aziendale in sintonia sulla centralità dei processi di lavoro che vanno considerati con attenzione nella partita dell’inserimento lavorativo. Oliva presenta inoltre un caso di utilizzo del I.J.D. in un’istituzione sanitaria lombarda nell’ambito del progetto ROAD finanziato dalla Regione Lombardia.
Alessandro Fani della cooperativa sociale Spazio Aperto si collega a quanto ha detto Maggi e presenta il modello della cooperazione che intende mettere al centro l’individuo con i suoi bisogni. Fabio Ferri della cooperativa Alveare presenta un’esperienza molto particolare che vede l’accordo fra alcune cooperative del milanese che hanno dato vita ad un’offerta integrata di servizi rivolti alle aziende interessate al cosiddetto articolo 14.
Altri interventi hanno puntualizzato punti di vista e servizi che può essere utile sviluppare per favorire il dialogo fra attori coinvolti nell’inserimento di persone con disabilità. Segno di un improrogabile salto di qualità dei servizi che cominciano a fornire soluzioni concrete alla solitudine dell’imprenditore, di cui ha parlato Candiotto. E segno della necessità che il dialogo fra attori, come quello avvenuto nel convegno, continui in cerca di soluzioni più evolute necessarie per le persone con disabilità e necessarie anche per le aziende.
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Sergio Bevilacqua
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